REATI CONTRO IL PATRIMONIO CULTURALE
Mi sono occupata della difesa di importanti beni pubblici archeologici per conto di una Onlus impegnata nella tutela di beni culturali e ambientali della città in cui opera.
In particolare si è curata la difesa della posizione dell’associazione quale persona giuridica offesa dai fatti, che si sono verificati in una piccola città del Nord Italia,
All’interno di un parco pubblico, a ridosso di opere archeologiche di pregio, sono stati realizzati - su appalto del Comune - dei manufatti in assenza delle necessarie autorizzazioni urbanistiche, in violazione degli iter procedurali amministrativi previsti e, soprattutto, in totale mancanza di indagine archeologica (c.d. verifica preliminare interesse archeologico) necessaria per tali tipologie di costruzioni. Come previsto dall’ex art. 55 d.lgs 50/2016 e dalla circolare n.10/2012 del Mibac, per tali edificazioni è infatti obbligatorio eseguire l’indagine archeologica, tanto che la sua mancanza equivale ad omissione progettuale.
Nel caso di specie, tali passaggi illegittimi venivano accondiscesi dai dirigenti pubblici, per cui si è ritenuto altresì configurabile il delitto di falso ideologico, a causa dell’affermazione di fatti o esiti amministrativi non veritieri.
I fatti in questione venivano denunciati dall’associazione e portati all’attenzione della Procura cittadina, la quale, però, rispondeva re-inviando al mittente quanto esposto con richiesta di archiviazione, che indicava trattarsi solo di dispute politico-amministrative.
Di fronte a ciò si è deciso di resistere rispetto a tale decisione e di procedere con la redazione di un atto di opposizione all’archiviazione, con un’approfondita disamina dei fatti di reato e l’individuazione dei suoi autori (allo stato ancora non erano iscritti al registro dei reati). Conseguentemente si è illustrato come tali fatti, seppur avessero una chiara rilevanza amministrativa, al contempo detenessero una forte componente penale che meritava di essere perseguita.
Questo atto e la relativa discussione orale in sede di udienza hanno convinto il Giudice delle indagini preliminari a respingere la richiesta di archiviazione formulata dal Pubblico Ministero, a cui è stato imposto di continuare le indagini e di iscrivere i nomi degli indagati, così come richiesto.
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