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DIFFAMAZIONE E SOCIAL MEDIA

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Nel marzo 2022 la Corte di Cassazione è tornata ad occuparsi del reato di diffamazione a mezzo Social , con una recente sentenza in cui si approfondisce il perimetro applicativo del delitto. Si parte dalla considerazione della piattaforma social quale “luogo” di pubblico dominio, in quanto la bacheca del social network può potenzialmente raggiungere un numero elevato di persone, e dunque strumento con il quale le offese vengono ascoltate da un pubblico. Appurato ciò, l’elemento di forte impatto che emerge dalla pronuncia della Corte è la realizzazione di questo delitto (art. 595 Codice Penale) anche nei casi in cui nelle dichiarazioni offensive sulle piattaforme social (post Facebook) non sia indicati i nomi delle persone alle quali si riferiscono. Ciò in quanto, secondo l’interpretazione dei Giudici, ai fini della configurazione del reato è sufficiente che la persona offesa sia individuabile secondo altri riferimenti , anche laddove non ne sia esplicitato il nome, e che perciò le off...

PASSO CARRABILE A RASO

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Ha fatto molto discutere la recente sentenza della Cassazione sui passi carrabili cosiddetti ‘a raso’ . Nel luglio 2022 la Corte si è espressa in relazione ad un caso specifico i cui fatti sono avvenuti a Comacchio , in provincia di Ferrara. La vicenda prende il via a seguito di un avviso di accertamento relativo al mancato pagamento del Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche negli anni 2014-2018 da parte del Comune di Comacchio al residente di un’abitazione privata con accesso “a raso”, ossia con accesso diretto nella pubblica via . Il cittadino dapprima si rivolgeva al Tribunale di Ferrara affinché si stabilisse il mancato diritto in capo al Comune del relativo canone , a fronte dell’assenza a monte del presupposto di fatto, ovvero l’occupazione. Tale esito processuale, però, necessitava che il Giudice di primo grado disapplicasse il regolamento comunale , il quale prevede che siano soggetti al pagamento del canone COSAP anche coloro i quali abbiano accesso alla pubblic...

REATI CONTRO IL PATRIMONIO CULTURALE

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Mi sono occupata della difesa di importanti beni pubblici archeologici per conto di una Onlus impegnata nella tutela di beni culturali e ambientali della città in cui opera. In particolare si è curata la difesa della posizione dell’associazione quale persona giuridica offesa dai fatti , che si sono verificati in una piccola città del Nord Italia, All’interno di un parco pubblico, a ridosso di opere archeologiche di pregio, sono stati realizzati - su appalto del Comune - dei manufatti in assenza delle necessarie autorizzazioni urbanistiche , in violazione degli iter procedurali amministrativi previsti e, soprattutto, in totale mancanza di indagine archeologica (c.d. verifica preliminare interesse archeologico ) necessaria per tali tipologie di costruzioni. Come previsto dall’ex art. 55 d.lgs 50/2016 e dalla circolare n.10/2012 del Mibac, per tali edificazioni è infatti obbligatorio eseguire l’indagine archeologica, tanto che la sua mancanza equivale ad omissione progettuale . Nel caso ...

FALSA PERIZIA

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Mi sono occupata della difesa di un ingegnere chimico, perito del Tribunale di Bologna, accusato ingiustamente di falsa perizia nell’ambito di una causa civile relativa al funzionamento di un impianto di biogas, da lui ritenuto scientificamente privo dei requisiti essenziali al fine di un suo normale uso. In risposta, la parte individuata come inadempiente dalla sua relazione aveva presentato un esposto, accusandolo di falsa perizia. Seguiva una richiesta di archiviazione da parte del Pubblico Ministero, richiesta a cui si opponeva la querelante. In difesa del mio cliente, in tale fase ho avuto modo di chiarire che non vi erano i presupposti per la configurazione della falsa perizia : al fine di ipotizzare legittimamente il reato di falsa perizia devono infatti sussistere l’elemento soggettivo del dolo (nello specifico l’intenzione di dichiarare il falso nella propria relazione tecnica) e l’elemento oggettivo delle dichiarazioni non veritiere (pareri o asserzione di fatti). Nel ca...

TRUFFA ASSICURATIVA

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Mi sono occupata della difesa di una vittima di truffa assicurativa. Nello specifico, il cliente aveva stipulato un contratto di brokeraggio con un carismatico professionista, a cui aveva affidato tutte le proprie polizze (casa e lavoro). In qualità di soggetto assicurato, egli pagava regolarmente i premi assicurativi all’intermediario in questione, certo che quest’ultimo li avrebbe riportati alle compagnie per la relativa copertura. Tuttavia accadeva che il broker, invece di versare quanto incassato, si appropriava dell'intera somma e consegnava al cliente la relativa quietanza per far sì che non si insospettisse di nulla. Sicuro della sua copertura assicurativa - e altresì tranquillizzato dall’ atteggiamento particolarmente confidenziale e truffaldino del broker - il cliente non prendeva mai contatti diretti con le compagnie, così come da contratto. Sennonchè, un giorno, in occasione di un controllo stradale di routine, scopriva di non avere alcuna polizza RC Auto attiva, no...